Goblin

Allineamenti consentiti: Neutral / Evil.
Limitazioni: Non Paladino.
Città natale: Fear Keep.

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Descrizione

Sono piccoli, verdi, sporchi, puzzolenti, irriverenti sono i Goblin. Forse scherzi della natura, forse risultato di qualche esperimento fallito di qualche mago teso probabilmente alla creazione di omuncoli che potessero servirlo nei compiti più umili o più semplici data la loro scarsa intelligenza e la loro bassa attitudine a compiere qualsiasi lavoro di intelletto. Di loro e della loro origine, fatto sta, si conosce poco o nulla mentre ben note sono le “doti” dei goblin attuali. Sguscianti e furtivi come pochi eccellono nelle arti in cui occorre sparire dalla vista e quindi spesso si prestano al mestiere di ladro o ancora peggio di assassino facendo valere la loro alta rapidità di movimento. Nonostante la bassa statura essi si presentano con una certa robustezza, che, seppur non paragonabile a quella dei nani o dei barbari, permette una certa protezione nei confronti dei mostri che popolano le terre emerse. Non possiedono alcuna gerarchia sociale e non tendono nemmeno a coalizzarsi tra loro preferendo invece affiliarsi a coloro che, secondo il loro punto di vista, possono portare i massimi vantaggi alla propria persona e quindi li vediamo spesso al seguito di potenti maghi o condottieri pronti ad accaparrarsi la maggior quantità di oro possibile con il minimo sforzo impiegabile. Pur non mancando le eccezioni, di norma risultano essere alquanto volgari con estranei e stranieri esprimendosi con un linguaggio sensibilmente diverso da quello umano o elfico o nanico, mentre possiedono ed esercitano una certa simpatia e goliardia nei confronti di amici e benefattori allietandoli con scherzi, anche crudeli a volte, e buffonate.

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Lingue Principali

La lingua corrente è compresa quasi dalla totalità della popolazione, ma per il particolare antropomorfismo i goblin non pronunciano bene i suoni dolci e lievi.
I vocalizzi CI (es. cigno), CE (es. cesto) con pronuncia Graakale danno forma a dei suoni gutturali semi-sibilanti simili a Tzi o Tze, pronunciati aspirando leggermente le consonanti palatali T;, mentre i suoni gi (es. giovane) e ge (es. gente) non hanno che una vaga somiglianza con zhi o zhe (ma con la posizione della bocca come si stesse pronunciando la sibilante sh). Le s impure, sci (es. scimmia) e sce (es. scena) tendono quindi ad essere pronunciate zhki e zhke, con evidente influenza della pronuncia utilizzata dai dominatori di stampo nordico del governo secondo British.
Per quanto riguarda l’originale idioma goblin, il Bhargalin, è una lingua che ormai sta per cadere in disuso, alla stregua di un dialetto locale. Il motivo della decadenza non è un abbandono della cultura da parte della popolazione goblin, molto attaccati a tradizioni e conoscenze, ma l’effetto della repressione che è stata subita durante la dominazione drow del periodo Pre-Sthorm (secondo periodo British). Fu allora che un piccolo gruppo di giovani goblin, aiutato da alcuni barbari e per l’occasione anche da una fugace alleanza con i drow (più tardi diventeranno l’Underworld Clan), riuscì a sfuggire all’oppressivo e intollerante dominio di British su Britain approdando sulle terre di Delucia, dove grazie alla protezione di Blackthorne riuscì a conservare parzialmente il linguaggio.
Purtroppo i giovani goblin che riuscirono allora a mettersi in salvo non erano padroni della scrittura del linguaggio Bhargalin, e ancora oggi vi sono alcuni membri dell’Underworld Clan che ricercano, ripercorrendo i sentieri degli avi nei luoghi ove un tempo i goblin vivevano liberi, frammenti di rocce con primitivi segni di un ancestrale grezza civiltà. Da ciò che si è potuto recuperare delle antiche iscrizioni, in ogni caso, si è potuto notare che il linguaggio scritto non si è mai evoluto oltre un geroglifico in cui solo alcuni articoli e aggettivi, nonché alcune semplici aggettivazioni di sostantivi, possiedono alcune caratteristiche che possono portare questa scrittura ad essere definita semi-fonetica. Una particolarità: i pronomi non esistono, e ancora oggi questo porta i goblin che si esprimono nella lingua corrente alla comica abitudine a ricorrere ad un gran numero di ripetizioni di nomi propri e sostantivi in genere.

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Religione

La religione goblin è generalmente panteistica, ossia ritiene che in ogni cosa, oggetto o essere vivente, vi sia contenuta una quota parte di divinità. Le ricorrenze principali infatti sono riti di propiziazione delle forze della natura, in particolare di quelle forze che possono rappresentare un pericolo o una possibile catastrofe. Il fatto stesso che porta a ritenere un semplice oggetto una frazione di energia divina li rende particolarmente propensi ad accumulare tesori e oggetti preziosi, e a mantenerli sempre nel migliore dei modi.
Dopo la Grande Fuga dai territori di Britain, ad ogni modo, un goblin in particolare si mise in risalto: Graak. Egli condusse i goblin attraverso angusti passaggi sotterranei che nessuno conosceva, secondo la tradizione ispirato dallo Spirito del Chaos. Avvenne quindi una trasformazione nel credo goblinesco: per la prima volta il comportamento di un goblin poteva rendere un individuo in grado di interferire, comunicare ed interagire con quegli equilibri cosmici che finora si era solo pensato di poter propiziare. Fu così che alla sua morte Graak venne divinizzato, e nella fede Graak-El egli trova il posto assieme alle grandi divinità che incrociano le trame del destino di tutti, dominando gli elementi naturali. Da allora la popolazione goblin iniziò ad apprendere la magia, e una primitiva casta sacerdotale dal ruolo non troppo bene definito è stata istituita. I membri di tale casta oltre ad occuparsi del ritrovamento delle reliquie di scritti remoti dedicano la loro vita allo studio dell’inscrizione al fine di poter far emergere il magico potere contenuto in ogni oggetto, filosofia che permea il goblin da tradizioni antichissime. Non sono comunque molti i goblin di tale ceto, riconosciuto e apprezzato dalla comunità goblin, e il già marcato comportamento schivo caratteristico della razza è accresciuto dalla gelosia provocata dalla conoscenza dell’importanza di tali segreti, considerando che praticamente quasi tutto il sapere dell’antica cultura è andato perduto per via delle dominazioni di altre razze.

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Cultura

La cultura è strettamente legata al credo religioso. I goblin tradizionalmente tendono ad essere molto rispettosi nei confronti delle divinità o di oggetti sacri anche se non appartenenti alla religione Graak-El. Questo perché i goblin sono una razza tendenzialmente facilmente impressionabile e danno assai spesso una risposta irrazionale o fantasticamente legata al mondo divino a quei problemi o domande che potrebbero essere spiegati anche semplicemente da alcune deduzioni o semplici ragionamenti logici. Per questo motivo la tecnologia non si è mai evoluta oltre un certo limite e i goblin hanno solo preso possesso delle conoscenze carpite dalle altre razze.
Il senso dell’educazione e del rispetto delle normali norme comportamentali è praticamente assente tra la popolazione goblin, i quali reputano il rispetto un qualcosa di completamente separato dal bon-ton. Per un goblin “rispettare” non significa per esempio evitare di petare in pubblico, perché per cultura il peto non è una cosa poi così sgradevole o segno di maleducazione. Per un goblin “rispettare” significa non offendere l’altrui divinità o l’altrui famiglia.

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Economia

Il goblin per caratteristica non è un essere votato alla ricerca degli agi e delle comodità. Sebbene i costruttori siano molto perfezionisti nel loro lavoro, e sappiano intagliare oggetti dal materiale grezzo con sorprendente abilità, essi non ricercano nell’oggetto in se stesso il benessere che può trarne quanto il senso di tranquillità dato dall’accumulo di oggetti di ogni tipo (per via della convinzione che ogni oggetto possa contenere un potere magico). Per questo motivo e per la nota diffidenza goblinesca non si è mai sviluppato un vero e proprio commercio, che anzi tende ad essere un cerchio ristretto e perlopiù formato dagli stessi artigiani. Tra i goblin è praticato quindi il baratto piuttosto di altri tipi di scambio, e il denaro è accumulato e utilizzato solo per il potere d’aquisto che esercita col mondo esterno.
L’artigianato spazia dalla creazione di piccoli oggetti per l’abbelimento di costruzioni a carattere religioso alla produzione di armi e armature non sempre create per fini bellici. La particolarità delle armi e armature prodotte dai goblin è che sono talmente caratteristiche e fatte su misura di chi le ha commissionate che difficilmente un armatura goblin può essere utilizzata allo stesso modo da un altro utilizzatore. L’agricoltura è quasi assente, poche sono le piante che trovano la forza di crescere nella penombra perenne di Fear Keep. Esistono alcune varietà di muschi, coltivati dagli stessi goblin, che possono essere utilizzati come reagenti per magie, e vengono coltivati con cura dagli stessi artigiani su commissione della casta sacerdotale. L’agricoltura a scopo alimentare è praticamente assente. Diffusa invece è la pescicoltura, praticata tramite lunghe aste puntute sui bordi di fiumi sotterranei. La particolare tecnica di pesca è senza uguali in Sosaria, e si pratica con lunghe ore di attesa dei pescatori sui bordi dei corsi d’acqua. Il pesce più comune è il pesce balzag, una sorta di pesce persico cieco dal gusto apprezzato solo dalla popolazione goblin che pare abbiano scoperto un particolare modo di cucinarlo attenuando lo sgradevole sapore acido che possiede.
La caccia invece è uno dei pochi motivi che spingono i goblin fuori dalle caverne. Grossi animali da preda vengono cacciati con trappole primordiali composte da burroni nel fondo dei quali vengono posti aculei avvelenati. Ad incrementare la già scarsa reputazione dei goblin è la loro passione per la carne elfica, in particolare quella degli individui più giovani. Poche sono le cose che un goblin non farebbe per poter gustare un macabro pasto di elfo silvano. E anche qui si sono evolute delle tecniche di caccia assai particolari. Non è sempre un animale selvatico di grossa taglia quello che spezza il ramo di un albero. I goblin tendono agguati appollaiati su alberi, nascosti. Al passaggio di individui isolati dall’alto vengono buttate delle reti di ragno gigante per catturare la preda, successivamente stordita con bastoni e portata poi nelle caverne per il rito dell’uccisione e il pasto.

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Società

I goblin hanno ormai una conoscenza quasi genetica dell’orrore di una dominazione di un’altra razza, e lo stesso senso del terrore che un tale evento possa riaccadere li rende indomabili anche al più tollerante dei governi. Nessuno potrà mai comandare un goblin, giovane o vecchio che sia. Si è più volte riusciti a piegare con la forza una volontà, ma la fedeltà ad un padrone non è una virtù goblin. Chi ha provato a schiavizzarne o semplicemente comandarne uno con la forza sa bene che la vendetta è il sentimento che più anima un goblin oppresso.

Fear Keep non è però una città anarchica come ci si aspetterebbe dalla popolazione presente. Il sistema governativo è basato sull’unica cosa che accomuna tutta la popolazione goblin: la religione. Il potere del leader spirituale è infatti legittimato dalla casta sacerdotale in quanto prescelto da Graak e dallo Sprito Del Chaos che ha reso Dio lo stesso Graak. I metodi di riconoscimento del prescelto non sono ancora chiari e ben compresi dal mondo esterno: si sa che quando muore un leader spirituale, o per qualche motivo un leader smette di avere il potere di esercitare tale incarico, alcuni membri della casta sacerdotale cadono contemporaneamente in trance, e cominciano a parlare in Bhargalin, l’antico idioma goblin, e discutono con la stessa divinità del futuro prescelto.

Lo Sciamano è la figura di riferimento per la società dei goblin, guida spirituale e protettore della libertà di ogni goblin.

Gli Hob, campioni di Graak, sono conosciuti per la loro forza e la loro possenza, simboli della ribellione e della conquista della libertà.

Nella città di Fear Keep, unica città goblin dotata di un ordine sociale, vi è anche la figura del Capo Tribù, amministratore della città e tesoriere delle ricchezze cittadine.

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Psicologia

Queste sono le parole di Feasel Qwelth, studioso delle razze e psicologo sociale dal libro “La razza e le abitudini”:
“Il goblin non è certamente la creatura più saggia che esista, ma non è propriamente stupida. Se dovessimo scomporre la capacità intellettiva di un umano si potrebbe stilare lo schema con la quantità di risorse impiegate per capacità logiche e matematiche, sociologiche, deduttive, di apprendimento, attitudini magiche, espressività, saggezza, sapienze e conoscenze e infine la capacità di domare le proprie pulsioni, istinti, desideri, paure e passioni. Un goblin non è meno intelligente, se dovessimo comparare la quantità di materia grigia di un umano o di un elfo. Semplicemente ha le percentuali sopracitate assai caratteristiche, sbilanciate se vogliamo. Il goblin non possiede delle grandi capacità logiche e matematiche o deduttive, forse semplicemente per la stessa cultura che lo spinge a giustificare qualsiasi incognita come un fattore mistico. Non per questo si può naturalmente pensare che un goblin non sappia contare o effettuare semplici calcoli: semplicemente non è stato abituato a farlo. La dimostrazione della loro intelligenza sta infatti nella loro capacità sociologica ed espressiva. Il vocabolario barghalin, se ci fosse, potrebbe infatti vantare un gran numero di parole, anche forse superiore a quello elfico. Ogni cosa, in particolare, ha una parola onomatopeica per identificarla, sebbene il goblin possa emettere solo suoni grutturali. Infatti qualsiasi suono che non può essere emesso viene trasformato ed ingrezzito dai loro stessi vocalizzi. Sociologicamente un goblin possiede una memoria pachidermica per i volti e le persone. Un goblin non dimentica mai un volto, esattamente come non dimentica mai un torto subito. E’ inoltre da rilevare la loro straordinaria capacità di apprendimento che non ha uguali tra le altre razze.
Ciò che porta a considerare i goblin “stupidi” è infatti la loro completamente assente capacità di domare le proprie pulsioni, istinti, desideri, paure e passioni. Questo rende il goblin la creatura caotica per eccellenza. Un piccolo desiderio, nella mente di un goblin, diventa improvvisamente un’ossessione. Se ha un piccolo stimolo di appetito esso diventa improvvisamente il primo dei pensieri, e la necessità di mettere qualsiasi cosa sotto i denti si fa insostenibile. Se si crea dell’aria sullo stomaco, il goblin non verrà certo domato da freni inibitori ed emetterà un peto completamente noncurante del fatto che possa creargli dei problemi con le persone circostanti.
Per concludere, riassumo dicendo che il goblin è una cretura così: spontanea, illogica, ossessionata da desideri di volta in volta diversi, vendicativa ma anche riconoscente verso chi merita. Queste strane creature non vanno definite “stupide”.

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Rapporti con le altre razze

Essendo gli umani tra i primi persecutori dei goblin, è giustificato che un goblin provi quel vago senso di rancore atavico nei confronti di tale razza. Nonostante ciò il goblin generalmente tende a mantenere un comportamento tendenzialmente neutrale, sebbene la socializzazione (in particolare nei primi approcci) risulti spesso fredda, distaccata. Difficilmente un goblin stringerà un’intima amicizia con un umano, anche se la storia narra di solide fratellanze. Si ricorda infatti del patto stretto tra la razza goblin scampata alla repressione di Lord British rappresentata da Graak e il popolo del chaos rappresentato da Lord Blackthorne).

I nani per natura sono molto intolleranti nei confronti delle altre razze, e non sono state rare nella millenaria storia di Sosaria delle epiche battaglie per la contesa di profondi cunicoli sotterranei. Le due razze furono tra le prime che entrarono in conflitto per il dominio del sottosuolo nella millenaria storia di Sosaria. Esistono particolarissime eccezioni relative a rapporti confidenziali tra nani e popolo goblin, e sono perlopiù legate allo splendido lavoro di riappacificazione delle razze nel nome della virtù tolleranza attuato da Lord Blackthorne su tutto il popolo chaos.

I drow sono la razza creatrice e dominatrice per eccellenza della razza goblin. E’ però interessante notare come i drow appartenenti al chaos, e quindi rinnegati dalla Dea Ragno, si siano integrati nella quotidiana vita sociale di Delucia. La convivenza della razza goblin con la razza drow nelle terre di Delucia, oltre ad essere attribuibile al grande lavoro di Lord Blackthorne, è stata la scelta dello spirito chaos di delegare un goblin come Chaos Virtue Guard della Tolleranza. In questo modo si riscontrò un miglioramento nel legame sociale tra la razza drow rinnegata e la razza goblin, ma immutato fu il rapporto nei confronti dei drow seguaci della Dea Ragno. Per loro, infatti, i goblin conservano il loro atavico disprezzo per la dominazione subita e il senso di terrore per i loro poteri oscuri.

Il goblin tratterebbe un elfo con la stessa neutralità di un piccione con un tacchino, se non fosse che l’elfo, agli occhi del goblin, rappresenta un pasto succulento e una leccornia per il palato. Episodi di attacchi di goblin agli elfi caotici sono ormai sporadici, grazie alle moderne opere di civilizzazione di Lord Blackthorne, ma difficilmente un goblin lascerà che un giovane elfo isolato incrociato in mezzo al bosco non passi per le sue mandibole.
Vista la fama di “ladri di giovani elfi” ottenuta dai goblin è quindi comprensibile che il già difficile rapporto tra elfi e la razza goblin (dovuta alla diversità sostanziale) sia praticamente limitato a un complicato lavoro d’ambasciate ad intermediare le due razze.

Nella storia non ci sono stati molti punti di incontro tra i barbari e i goblin: l’una vive sotto terra nei paesi caldi, l’altra tendenzialmente semi-nomade delle regioni fredde. Ciò nonostante alcune antiche inscrizioni goblin raccolte dalla classe sacerdotale rappresentano un barbaro navigatore che fuma la pipa della non belligeranza con un goblin, segno che in passato ci possono essere stati dei rapporti, forse solo commerciali, tra le due razze. Il rapporto con un barbaro è quindi estremamente libero e neutrale, cooperativo e senza troppi problemi.

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